CHE MUSICA ASCOLTI?

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Internavigando come al solito ho trovato questo interessante articolo sull'ascolto della musica prima e durante un allenamento o una competizione. Più sotto ho inserito anche un articolo apparso sulla Repubblica il 2 novembre 2007 nel quale si commenta il divieto ad ascoltare musica per i concorrenti della maratona di new york e le motivazioni sono molto interessanti.

 

Che musica ascolti per lo sport?

pubblicata da Centro Psicologia Dello Sport

 
 
 
 
Capita molto spesso di vedere, girando i campi sportivi, atleti ed atlete che ascoltano musica prima e dopo allenamenti e partite e in alcuni sport, tipo la corsa o il nuoto, anche durante il training quotidiano. Ognuno ha il suo cantante  preferito o il genere che gli piace ascoltare di più in abbinamento alla pratica sportiva ma viene da domandarsi se questa scelta musicale sia dovuta solo ai gusti della persona o se venga effettuata anche consapevolmente sulla base di altri parametri e con precise finalità. Sono sicura che tutte gli atleti che stano leggendo questo articolo sappiano bene che canzone ascoltare prima della partita quando sono un po’ agitati perché la gara è importante e vogliono tranquillizzarsi, quando cercano la giusta concentrazione o quando hanno bisogno di una bella carica! Anche la musica può rientrare nella strategia messa in atto dall’atleta per prepararsi bene alla gara. Particolare e interessante, l’argomento nell’ultimo decennio  è stato oggetto di molte ricerche scientifiche. Secondo Karageorghis ed i suoi recenti studi, gli atleti che sono soliti ascoltare musica prima della gara sono legatissimi a questa loro abitudine e questo anche per i benefici oggettivi che ne ricavano : la musica è in grado di regolare l’attivazione emotiva e fisiologica e favorire uno stato positivo dell’umore. Sempre Karageorghis ha dimostrato che l’uso della musica prima della competizione riesce a stimolare l’atleta o a rilassarlo, riducendo la percezione dell’ansia. Sperimentandole personalmente, moltissimi atleti ed atlete hanno compreso le potenzialità di alcune canzoni sulla propria attivazione ed il proprio umore, mantenendo l’abitudine di ascoltarle prima della partita o dell’allenamento. Il potere della musica non finisce qui perché, se l’atleta compie la prestazione sportiva durante l’ascolto, il suo impatto è tale da consentirgli/le di sentire meno la fatica, di aumentare la resistenza allo sforzo e di raggiungere più facilmente lo stato di grazia. Nel caso specifico del calcio dove, è ovvio, non è possibile ascoltare musica durante la competizione, l’utilizzo principale della musica riguarda il pre-gara, ed è un utilizzo importante perché testimonianze e studi ci suggeriscono che la scelta della musica può rappresentare una vera e propria strategia per rendere l’atleta pronto a giocare meglio.  Al di là dei gusti musicali e delle differenza soggettive che comunque esistono ma che non sembrano riguardare il sesso dell’atleta, canzoni veloci e dal ritmo incalzante possono essere usate per facilitare uno stato psicologico di alta attivazione mentre una musica più lenta e soft è realmente utile per facilitare una condizione di calma e tranquillità. Interessantissime ed assai efficaci sono anche le immagini e le emozioni che una musica è in grado di evocare e che spesso gli atleti e le atlete adoperano per ritrovare la giusta motivazione…e di questo sembrano essersene accorti anche allenatori e dirigenti che sempre più spesso usano la musica per coinvolgere maggiormente gli atleti durante allenamenti e partite. Ultimamente Galliani, il primo dirigente del Milan, durante l’intervallo di una gara di campionato in cui la sua squadra stava subendo gli avversari, ha fatto ascoltare a tutti negli spogliatoi la musichetta colonna sonora della Champions League, competizione nella quale il Milan si esprimeva con maggiori motivazioni, ed ha spiegato questa scelta dicendo :  “ la Champions League e il campionato sono due competizioni diverse con avversari molto diversi ma l’importante per noi è mantenere sempre lo stesso approccio e la stessa concentrazione…”

Barbara Rossi

 

lla vigilia della maratona di New York la Federazione americana di atletica
ha deciso di vietare le cuffiette: le canzoni alterano le prestazioni

Divieto di iPod alla maratona
La musica è come un doping

NEW YORK - La musica come il doping, qualcosa da vietare perché altera le prestazioni e aumenta il rendimento. I Rolling Stones come gli steroidi anabolizzanti. Mentre perde la partita contro le droghe vere, vede cancellare medaglie olimpiche e incorona re dei fuoricampo nel baseball un uomo gonfio di sostanze proibite, lo sport americano sembra voler parlar d'altro. E prende di mira il più antico degli aiuti psicologici: dai tamburi africani fino ai Sufi, dall'induzione di stati di trance e resistenza fisica in cui si può ballare per ore ed ore all'induzione di analgesia, per cui i partecipanti al rituale possono camminare sul fuoco senza sentire dolore, la musica ha avuto un ruolo fondamentale nella vita degli uomini. Ma ora si cambia. Niente più iPod nelle orecchie dei corridori. Ieri il New York Times lo annunciava con un lungo articolo in prima pagina. 

Alla vigilia della più famosa maratona del mondo, quella che parte dal ponte di Verrazzano e si conclude a Central Park, la federazione americana di atletica, la Usa Track and Field, ha messo al bando l'uso di auricolari e riproduttori di musica portatile nelle competizioni ufficiali. Le nuove regole sono state prima giustificate con motivi di sicurezza, ma poi si è chiarito che il divieto è figlio della volontà di non dare "un vantaggio competitivo" a chi corre con la musica nelle orecchie. Certo, studi seri sostengono che esiste una relazione tra il suono ascoltato e le prestazioni e che la musica riduce la percezione dello sforzo e, aiutando il rilassamento, riduce il consumo di calorie. Ci sono perfino teorie più avanzate e i triatleti selezionano compilation di canzoni in cui le battute al minuto sono identiche ai passi della corsa, per creare un'identificazione perfetta di ritmo. 

Alcuni scienziati teorizzano che ci sia un collegamento tra musica e movimento, e per dimostrare che evolvono insieme, all'università canadese di McMaster, ne hanno provato gli effetti sui neonati, scoprendo nei bambini di sette mesi dei legami multisensoriali tra il sistema dell'udito e la parte motoria. Il direttore dell'Institute for Music and Brain Science di Harvard, Mark Tramo, era un musicista rock professionista prima di fare medicina e si convinse del legame tra musica e risultati quando vinse i 100 metri al liceo ripetendosi nella testa "Brown Sugar" dei Rolling Stones. 

Così si è deciso di vietarli. Ma ora i lettori Mp3 sono sempre più piccoli e invisibili, possono essere facilmente celati sotto una maglietta, in un reggiseno o nel bordo dei pantaloncini, e le cuffie nascoste da cappellini e fasce per il sudore. Così il bando sarà difficile da applicare: a New York sarà praticamente impossibile, alla maratona della Grande Mela partecipano 38mila persone. 

Apparentemente più severi sono stati domenica scorsa alla maratona del corpo dei Marines, gli ufficiali avevano promesso di squalificare chi fosse stato trovato con gli auricolari ma la minaccia è stata inutile e decine di corridori sono arrivati al traguardo accompagnati dalla musica. L'unica volta in cui fino ad oggi il divieto è stato fatto rispettare scrupolosamente è alla "Maratona della Nonna" che si corre a Duluth in Minnesota: ai 7,000 partecipanti sono stati ritirati gli iPod, che poi l'organizzazione ha spedito a casa il giorno dopo. In trenta hanno cercato di fare i furbi ma sono stati intercettati e squalificati. 

L'organizzatore, Scott Keenan, deve aver preso la cosa un po' troppo sul serio se è arrivato a dichiarare al New York Times di essere riuscito "a dimostrare che è possibile far rispettare il divieto: gli altri che non ci riescono si dovrebbero vergognare". Mary Whittenberg, che dirige invece l'organizzazione di New York, spiega che lei questa volta non riuscirà a far rispettare il divieto anche se per il futuro cercherà di organizzarsi, ma poi ammette: "Io per superare i momenti più duri ho bisogno degli U2 nelle orecchie". 

Linus, il più famoso dj italiano, è arrivato a Manhattan da poche ore, correrà la maratona, la sua passione per la corsa è ormai proverbiale. Appena vede il New York Times non si trattiene: "Ma la Federazione americana non ha niente di meglio a cui pensare? Non ho mai visto incidenti causati da chi ha le cuffiette, e se anche può essere considerato un aiuto psicologico non è certo in grado di fare la differenza. Basta farci caso, chi ha gli auricolari è chi sta sopra le tre ore". Linus domenica non avrà l'iPod: "Mi piace correre in compagnia e se forse vogliamo trovare un aspetto positivo in questo divieto è proprio questo: isolarsi è contro lo spirito etico delle grandi maratone, sono imprese da condividere. Io ascolto musica quando mi alleno da solo, mi fa dimenticare la fatica e i dolori. Ascolto il rock, anche se non è il mio genere preferito. Ma non ci sono dubbi: la corsa è rock". 

I corridori di razza, l'élite della categoria, e i puristi disdegnano la musica in gara perché dicono che devono concentrarsi sui movimenti e le armonie del loro corpo e sentire gli altri corridori. Preferiscono il suono della folla e il rumore del proprio respiro. Tucker Andersen, che partecipa alla maratona di New York dal 1976, deride i fanatici della musica come strumento per la concentrazione e sostiene che chi ha la musica nelle orecchie non rispetta gli altri e taglia la strada, ma poi non si accorge di contraddirsi: "Mi ricordo la mia prima volta, ero nel Bronx, verso la fine, non ero sicuro se ce l'avrei fatta, poi un ragazzino ha messo sul davanzale della sua finestra uno stereo che sparava la colonna sonora di Rocky a tutto volume. Se avessi avuto l'iPod non me ne sarei mai accorto... ". 

Chi però è abituato ad usare la musica per darsi la carica, per resistere alla fatica, ora si sente smarrito di fronte alle nuove regole, alcuni sostengono che sarebbe come obbligare tutti a correre scalzi. Ma anche prima della nascita del walkman, del cd portatile e dell'iPod, la musica veniva considerata uno strumento per migliorare le prestazioni, non solo degli atleti ma anche dei chirurghi e perfino delle mucche, che la leggenda vuole siano in grado di fare più latte se si diffondono brani di classica nelle loro stalle. 

Nelle sale operatorie la musica è una costante, e solitamente il dj è l'anestesista. L'idea è che la musica in sala operatoria diminuisca le ansie, aiuti la concentrazione e il ritmo dei movimenti, ma quando ci sono complicazioni di solito si sceglie di spegnerla. Camillo Ricordi porta un cognome importante, anzi fondamentale, nella storia della musica italiana: è discendente diretto di quel Giovanni che duecento anni fa "inventò" l'Opera italiana e suo padre Nanni è uno dei discografici che ha segnato la nascita della nostra musica leggera. Ma nella sua vita ha scelto la professione medica, con un successo notevole. 

Lo troviamo in Florida dove dirige il centro di trapianti cellulari dell'Università di Miami: "Per me è fondamentale ascoltare musica mentre opero, serve a rilassare le tensioni, i miei preferiti sono Giuseppe Verdi, Billy Joel, i Pink Floyd e Bruce Springsteeen, ma ogni occasione ha la sua colonna sonora: per fare un trapianto o un'operazione di microchirurgia ci vuole qualcosa di molto leggero, non ci possono essere attacchi di batteria o tromboni a far sobbalzare chi tiene i ferri. In altri casi, se è necessario tenere alta l'attenzione e l'adrenalina allora trovo perfetta la musica sinfonica". 

Anche Ricordi è convinto che il suono nelle orecchie garantisca migliori prestazioni: "Aiuta a tenere il ritmo, ma non solo, molti studi dimostrano che la musica ha effetti terapeutici, e recenti ricerche ci raccontano come aiuti lo sviluppo del cervello dei feti quando la madre ascolta musica sinfonica. Può avere effetti portentosi, ma non è doping, questo no: è invece qualcosa che migliora la nostra vita". Addirittura è stato scoperto un "Effetto Mozart": secondo uno studio del dipartimento di fisica dell'Università californiana di Irvine, l'ascolto della sonata K.448 migliora significativamente la capacità di ragionare e aumenta il metabolismo cerebrale in alcune zone del cervello importanti per le funzioni cognitive. 

Certamente non sapeva tutto questo, ma Archie Moore, pugile degli anni Cinquanta e campione del mondo dei massimi, si allenava chiedendo al sassofonista Lucky Thompson di suonare a bordo ring. Ascoltare il jazz, diceva, mi aiuta a prepararmi al meglio e ad essere il più forte. Possiamo credergli visto che ancora oggi, mezzo secolo dopo, detiene il record degli avversari messi al tappeto: centoquarantacinque. 

(2 novembre 2007 - MARIO CALABRESI)

Commenti  

0 #3 gino victor ruoso 2011-10-29 12:56


Cara Barbara, leggo con interesse l'articolo relativo alla musica e lo sport che mi coinvolge nella mia veste professionale di musicoterapeuta (lo so: è una professione un po' misteriosa, eppure esiste...). Non discuto gli argomenti proposti dall'articolo, sono ben consapevole degli effetti psicofisiologici legati all'ascolto di questa o quella musica, perciò non posso che confermare, nel mio piccolo, l'utilizzo mirato della stessa. Quello che però mi fa riflettere è un'osservazione che mi sorge spontanea ogni volta che vado a correre per il puro piacere di farlo: incontro, infatti, molta gente che come me corre nei boschi, sui prati o nei sentieri vicini ai nostri paesi e indossa le cuffiette con le quali, presumo, sta ascoltando musica.Perchè:-? Mi piacerebbe sinceramente capirlo. Personalmente ritengo che l'ascolto del paesaggio sonoro che ci circonda sia molto più gradevole di qualsiasi musica registrata, sebbene io ne ascolti molta in generale. Mi piace sentire il vento nelle orecchie, il canto degli uccelli, le voci dei bambini, l'abbaiare dei cani e quant'altro. Certo, c'è anche il rumore dei mezzi meccanici di tutti i tipi, eppure preferisco stare nella realtà dei suoni che riempono l'ambiente nel quale vivo, piuttosto che isolarmi dentro un ambiente artificiale. Sognatore? Può darsi. Grazie a chi ha letto. Sono pronto per le repliche. Gino Ruoso

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0 #2 Giulio 2011-10-26 10:58


Molto interessanti gli articoli che hai pubblicato. Ne abbiamo già parlato e ritengo di rimanere nella mia posizione: l'utilizzo della musica durante il movimento sportivo può condizionare la riuscita del movimento stesso, incrementando oppure decrementando la prestazione. Mi spiego. La musica ha un ritmo, un andamento, questo può essere assimilato in modo incontrollato nei movimenti del corpo. Inoltre, può diminuire la percezione dei segnali del fisico (respiro, pulsazioni, ritmo), prevalendo la percezione e la concentrazione del segnale sonoro. Si è detto che la musica fa sentire meno la fatica? Anche la fatica è un segnale e va controllata. La fatica peraltro, è caratteristica di molte pratiche sportive. Ritengo pertanto, che atleti evoluti o con esperienza (che già si conoscono e sanno di dover ascoltare il proprio corpo a prescindere da un eventuale ascolto musicale), possano utilizzare proficuamente l'ascolto, prima durante e dopo la prestazione sportiva. Troppi, tuttavia, che iniziano la pratica sportiva, magari con la classica corsetta "in ferrovia", per non affrontare il senso della fatica (e magari della monotonia) si affidano alla musica. Il risultato è la presenza di sagome assenti che corricchiano con un ritmo lento uniforme e corpo rigido proprio perchè sono concentrati sulla musica e non "educati" ad ascoltare, prima, il proprio corpo. Dopo sei mesi di tale peseudo-allenamento, li vedi ancora rigidi corricchiare assenti con lo stesso ritmo e .... le stesse cuffiette all'orecchio! Questo è ciò che ho osservato riguardo l'argomento.

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0 #1 Marco Larice 2011-10-25 14:50


Ciao Barbara. Potrebbe essere anche un'arma a doppio taglio. Si parlava proprio l'altro ieri di come sulle gare lunghe quando c'è la musica tendi ad acellerare. E' dunque possibile che un'atleta tenda ad andare più del dovuto non ascoltando più il corpo ? Io che ascolto musica tutto il giorno in ufficio e la amo avrei paura di strafare avendola in gara e lasciare perdere i segnali che il corpo ti da. p.s. sempre bello leggerti :-)

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