correndo in ferrovia...

Molto interessanti gli articoli che hai pubblicato. Ne abbiamo già parlato e ritengo di rimanere nella mia posizione: l'utilizzo della musica durante il movimento sportivo può condizionare la riuscita del movimento stesso, incrementando oppure decrementando la prestazione. Mi spiego. La musica ha un ritmo, un andamento, questo può essere assimilato in modo incontrollato nei movimenti del corpo. Inoltre, può diminuire la percezione dei segnali del fisico (respiro, pulsazioni, ritmo), prevalendo la percezione e la concentrazione del segnale sonoro. Si è detto che la musica fa sentire meno la fatica? Anche la fatica è un segnale e va controllata. La fatica peraltro, è caratteristica di molte pratiche sportive. Ritengo pertanto, che atleti evoluti o con esperienza (che già si conoscono e sanno di dover ascoltare il proprio corpo a prescindere da un eventuale ascolto musicale), possano utilizzare proficuamente l'ascolto, prima durante e dopo la prestazione sportiva. Troppi, tuttavia, che iniziano la pratica sportiva, magari con la classica corsetta "in ferrovia", per non affrontare il senso della fatica (e magari della monotonia) si affidano alla musica. Il risultato è la presenza di sagome assenti che corricchiano con un ritmo lento uniforme e corpo rigido proprio perchè sono concentrati sulla musica e non "educati" ad ascoltare, prima, il proprio corpo. Dopo sei mesi di tale peseudo-allenamento, li vedi ancora rigidi corricchiare assenti con lo stesso ritmo e .... le stesse cuffiette all'orecchio! Questo è ciò che ho osservato riguardo l'argomento.

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