Come aumentare la concentrazione ...

 

Come aumentare la concentrazione e la capacità di fronteggiare le situazioni competitive

della Dott.a Martina Festini Purlan

L’abilità a concentrarsi e ad essere accurati ed efficaci nell’esecuzione delle risposte, sono aspetti essenziali nella pratica sportiva. Il peso che hanno, infatti, i fattori attentivi e psicologici sulla prestazione è riconosciuto oltre che a livello scientifico anche dagli stessi atleti e dai loro allenatori. Volendo potenziare tali fattori, per prima cosa andrebbero identificate le peculiari caratteristiche appartenenti alle singole discipline. La conoscenza delle caratteristiche dello sport che si pratica, infatti, permette di comprendere quali siano le implicazioni psicologiche e le richieste attentive connesse a quel particolare tipo di prestazione.

Individuate tali caratteristiche si può passare all’allenamento ideomotorio, o detto più semplicemente, alla visualizzazione del gesto atletico. Attraverso questa tecnica, che si basa sulla ripetizione del gesto tecnico o dell’azione tecnica nel suo complesso, si incrementano di molto alcuni fattori, sia di tipo cognitivo (come la concentrazione e l’attenzione) e sia di tipo emotivo (come il controllo dell’ansia e l’eliminazione fattori distraenti).

La visualizzazione andrebbe eseguita mentalmente come se si stesse eseguendo un determinato movimento. Sono molti gli atleti che ricorrono a tale tecnica spontaneamente, soprattutto gli sciatori che si rivedono mentalmente nello slalom che stanno per cominciare o in atletica leggera, nelle specialità di salto, dove gli atleti visualizzano se stessi nell’atto di eseguire con successo la loro azione. Una parola che spesso ricorre tra atleti di discipline anche molto diverse tra loro è chiudersi, e con questo termine traducono la sensazione personale di percepirsi più concentrati sulla loro azione, di sentirsi più chiusi e mentalmente pronti ad eseguire, questa volta realmente, la loro prestazione.

Prima di eseguire esercizi di ripetizione mentale durante una competizione, gli atleti dovrebbero imparare bene prima la visualizzazione durante le sedute di allenamento dei mesi precedenti.

Il primo approccio alla visualizzazione dovrebbe prevedere le seguenti fasi:

1)     Innanzitutto l’allenatore dovrebbe spiegare e/o dimostrare agli atleti quanto va eseguito oppure osservare un video sempre sotto la sua guida (soprattutto per gli atleti meno esperti o quando serve correggere degli errori).

2)      L’atleta dovrebbe ripetere mentalmente l’azione sportiva osservata, in ogni suo particolare.

3)     L’atleta dovrebbe passare poi all’esecuzione reale del gesto atletico.

4)     A questo punto dovrebbe avvenire la correzione tecnica da parte dell’allenatore e la  ripetizione mentale dell’azione così come è stata corretta oppure la ripetizione della visualizzazione se l’azione è stata effettuata correttamente, allo scopo di confermarne l’efficacia.

Per quanto riguarda l’osservazione del video, nel caso in cui l’atleta non sia particolarmente esperto sarebbe consigliabile osservare un atleta esperto (meglio se in tv), che esegue correttamente l’azione tecnica. Nel caso, invece, l’atleta sia esperto  e quindi che abbia già consolidato perfettamente l’azione da eseguire, sarebbe preferibile utilizzare un video delle sue  prestazioni così da rivedersi e potenziare il suo gesto. La visione di questi filmati in gruppo oltre ad avere potenti effetti a livello cerebrale in ogni singolo atleta (andando a potenziare le vie corticali correlate al movimento motorio), ha un effetto positivo anche a livello di gruppo.

E’, infatti, una modalità che permette di potenziare i legami tra atleti e tra atleti e allenatore, permettendo ai ragazzi di esprimere i propri pareri, dubbi, perplessità all’interno di un gruppo di persone che condividono e comprendono gli stessi pensieri o le stesse difficoltà inerenti la disciplina.

Il mental training, in generale,  permette allora di lavorare sugli aspetti più strettamente sportivi e di performance, ma anche su tutti quegli aspetti che ne fanno da contorno, soprattutto se si lavora con gruppi di ragazzi di giovane età che hanno bisogno prima di tutto il resto, di sentirsi accolti dal gruppo e nel gruppo e di esprimersi anche a livello emotivo.

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